scrivere. Ecco che liberazione l'ho detto!! Ma cosa? Una mail, il diario, la lista della spesa, un libro, un biglietto d'auguri...
Si perche' la scrittura e' ovunque e quindi..
di cosa mi piace scrivere?? di me, mi piace trasferire qualcosa di me..
E dove?
Direi al computer ma anche sulla carta, ad esempio su un taccuino o su fogli volanti. Una volta una mia amica ha scritto una lettera al suo fidanzato.. sulla carta igienica! Anche questa e' comunicazione! Ma partiamo dalla tecnologia, dal PC. Bhe'.. direi che il blog mi ha preso abbastanza. Raccontare le mie avventure, descrivere le persone che incontro, esprimere i miei timori, desideri, trasferire le sensazioni e le percezioni che provo qui a Madrid, mi aiuta ad avere uno sguardo esterno a quello che sto vivendo in prima persona.
E' veramente come un diario, e l'idea che possa essere condiviso mi gratifica ancora di piu'.
Poi ci sono le mail che, a differenza dei post sul blog, sono personali, dirette ad una persona. Sono come un dialogo in differita. Rispetto al blog, la mail e' piu' intima. Questo non significa che sia piu' vera, credo sia solo una questione di emotivita'. Difatti, nei post mi sento piu' equilibrata perche' mi affido all'ironia che mi porta a ridimensionare quando le emozioni mi sopraffanno.
E passiamo a Facebook. Da quando sono all'estero, lo uso per commentare,postare, taggare, caricare video.. lasciare un accenno di me. Mi sa tanto che sono in una fase tardissimo-adolescenziale, dove il bisogno di espressione della personalita' e' forte e variagato: puo' essere attraverso una foto, una lettera, un dipinto, un disegno, una maglietta. Non importa come venga fuori, ma algo tiene que salir (Freud stai calmo, riposa sereno, so gia' cosa potresti dire). E gli altri lo devono vedere. C'e' dell'esibizionismo, del protagonismo, dell'egocentrismo. Si, ci sono tutte queste cose insieme ad una bella dose di coraggio. Chiunque esprime se stesso, si mette alla merce' del giudizio altrui, che non sempre e' positivo e costruttivo. Ammiro da sempre gli artisti e li invidio, perche' l'urgenza di comunicare qualcosa per loro e' talmente forte da non far loro percepire il servizio enorme che stanno offrendo: dare agli altri uno specchio in cui riflettersi e osservarsi.
Ora sto provando a scrivere un libro. Ed e' difficile. Ma non per la struttura, la storia, i personaggi. E' difficile perche' un giorno ci credo e un giorno no. E quando e' no, non viene fuori nulla. Altro che urgenza insomma (al massimo ne subentra una di natura fisiologica). Ma anche qui penso sia sempre per la fase tardissimo-adolescenziale sopracitata.
E, infine, passiamo alla carta.. non solo igienica ma quella che si riferisce a fogliettini, bigliettini, diari iniziati e mai finiti, quaderni, taccuini, moleskine. Perche' ogni occasione e' buona per tirar fuori qualcosa. Puo' essere in treno, in metro, in aereo, etc.. La scrittura a mano e' viscerale, fisica. Si esprime con la gestualita' e con la calligrafia, non c'e' solo il contenuto ma anche la forma. E soprattutto c'e' energia, lo si vede da quanto si e' calcata la mina sul foglio, lo si sente dal fruscio della mano sulla carta, della manica che frega sul quaderno. E' una scrittura liberatoria, di pancia, senza controllo. E' quella a cui mi affido quando non voglio razionalizzare, ridimensionare. E in genere, rileggendo quelle cose, capisco molto piu' di me di quanto non riesca a farlo parlando e confrontandomi con amici e parenti. E dopo aver ricopiato tutta sta roba da un quaderno - stamattina il pc non funzionava - vado a mangiare che, insieme allo scrivere, mi da' un saaaacco di soddisfazione!!!
lunedì 28 febbraio 2011
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