martedì 22 marzo 2011

non serve essere Einstein

Andare e tornare, partire e ritornare. Da quando vivo a Madrid capita. E capita spesso. Si confondono anche, le cose. Mi spiego meglio. Per le persone di Madrid vado in Italia e poi, sempre per loro, torno qui. Per quelli di Milano, ritorno .. in patria, e poi parto per la Spagna. Insomma, TUTTO E' RELATIVO. E per me, oltre che relativo, e' anche un po' ... non so trovare la parola. Confuso. No eccessivo. Entusiasmante. Anche no, dai. Pesante ... ecco si', forse. Ma direi, alla fine... artistico. Si perche' c'e' un po' di colore in questo movimento, c'e' un ribaltamento di punti di vista, c'e' un filo di dramma nel lasciare sempre qualcosa. Ma c'e' anche una ventata di novita' e cambiamento continuo. Devo anche dire, che soprattutto negli ultimi mesi, mi sento molto europea. E a parte l'ovvieta' di questa definizione, aggiungo che percepisco questa continuita' proprio sorvolando da una parte all'altra. Difatti, guardando fuori dal finestrino.. non ci sono interruzioni, c'e' terra e mare, laghi e montagna. E per tutto il tragitto. Detto questo, oggi sono stanca, sara' che mi sono svegliata molto presto per prendere l'aereo, sara' che e' primavera, sara' che questi giorni italiani non mi sono risparmiata. Sara'.. e comunque ora che sono andata e tornata a Madrid, riprendo la tavolozza spagnola e coloro un po'...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ecco, magari però noi milanesi ci aspetteremmo che tu approfondissi questo aspetto della pesantezza di ritrovare l'Italia e poi la Spagna e poi l'Italia, più che altro per imparare ad alleggerirci... insomma, restiamo in attesa di suggerimenti... soprattutto perché così fai capire ai lettori espanoli del blog come siamo fatti, di qua dai laghi mare montagna del tragitto semieuropeo che ti tocca fare in volo per raggiungerci...

GuAriAnna ha detto...

forse volevi chiedere.. che ore sono?

Suggerimenti???? accidenti... mumble mumble... ci penso

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