venerdì 15 aprile 2011

cambio dell'armadio

Ed eccoci qui con l'appuntamento piu' gettonato della primavera..
il mitico changing of the wardrobe.
Incubo ricorrente delle - poche - settimane che intercorrono tra il freddo e gelido inverno e la torrida estate, quando ti ritrovi, di colpo, a dover cercare negli scatoloni qualcosa che non abbia il collo alto e non sia di lana, ed inizi a infilare i costumi nelle tasche di cappotti.
Ieri, complice la visita dei miei suoceri con cui volevo fare bella figura - e non e' che controllano negli armadi, diciamo che avendo le cose estive nella stanza degli ospiti... Ecchettelodicoaffare -, ho concluso questo rituale.
Perche' proprio di questo si tratta. Un rito.
Ritiri le cose dell'inverno e magari approfitti per buttare via quei capi che ormai stanno in piedi da soli, tipo quella magliettina che si ricorda ancora la prima uscita al Nautilus - e parliamo degli anni '90 -.
In questo repulisti - a me piace anche lucidare il mobile dentro e fuori, sono una scorpioncina precisina - c'e' anche un senso spirituale. Insomma e' bello, di tanto in tanto, liberarsi di cio' di cui davvero non si ha piu' bisogno. Di quello che ci pesa e che non ci rappresenta piu'.
Mi sono chiesta cosa metto via - alla Ligabue - e credo che l'intento per questa primavera sia di lasciare indietro il senso del giudizio, verso di me soprattutto e poi verso gli altri, nel bene e nel male.
E' un proposito ambizioso, del resto le cose troppo facili non mi sono mai piaciute, pero' ci voglio provare. E voi, cosa mettete nel sacco dei ciechi? Chi/cosa fara' compagnia alla mia magliettina del Nautilus?

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