lunedì 13 dicembre 2010

specchio, specchio delle mie brame...

... chi e' la piu' bella del reame? Lo sanno tutti che questo detto si conclude cosi', ma quanti di voi (non) sanno di chiederlo al proprio specchio? Mi sono domandata oggi cosa avessi nella pancia che mi provocasse bruciore di stomaco. Le risposte sono varie. Ad esempio la zuppa di ceci, carne, peperoni, porri e cipolle mangiata oggi e preparata con amore da me e il niño ieri sera mentre, tra una copa e l'altra, ci siamo fatti fuori quasi una bottiglia di vino - a digiuno -. Oppure il fatto che il tipo che mi ha tamponato l'altro giorno nel parcheggio dell'ottico a Busto Beach non mi abbia fatto il bonifico del totale della fattura del danno che ha provocato - e no, non ho fatto la constatazione amichevole -. Il caro Dott. Ing. Sal Cazzo. Che gia' uno che sul biglietto da visita mette Dott. e Ing insieme, la dice lunga. Oppure, sara' che anche a Madrid e' arrivato l'inverno e mi fa invidiare chi l'inverno non ce l'ha. Madre mia! Odio tutti quelli che sono al mare oggi, mentre sono in casa a studiare per l'esame di settimana prossima! Povera me... e pensare che solo una settimana fa stavo sciando sulle piste di Madonna di Campiglio. Come faro' a riprendermi? Insomma, non c'e' niente da fare... l'erba del vicino e' sempre la piu' verde. Se no perche' tra i comandamenti hanno inserito "non desiderare la donna d'altri?". E se il mio bruciore di stomaco fosse dovuto all'invidia!? Non mi ero mai resa conto di poter provare anche questo sentimento, ritenuto da me, il peggiore dei sette peccati capitali (ma tra i gusti del Magnum rimane il piu' buono). Io invidiosa? Ma vaaaaaaaaaaaaaaaaa, no non e' da me. Mi sono sempre detta. E invece, oggi 13 dicembre del 2010, giorno di Santa Lucia, mi e' arrivata questa tristissima illuminazione da scartare. Non sono invidiosa, sono, ANCHE, invidiosissima. Di una cifra di cose, di tutto, di tutti, di quello che gli altri hanno e io non ho. Di quello che non so neanche di aver bisogno, di quello che non mi serve, di quello che non esiste e io lo voglio gia'. Di quello che avevo ieri e ora non ho piu', ma avro' domani. Di quello che Tizio ha e io non voglio, ma se lui ce l'ha, lo voglio anche io. Di un dono, un gioco, dei soldi, del naso piccolo di quella seduta vicino a me in aereo, del mare quando sono in montagna, del sole quando piove e del buio quando ho sonno. Mi sono resa conto che il confronto con gli altri, il giudizio di me stessa e di chi mi circonda, estranei compresi, si basa sul dare e avere. Dare, gli altri a me. Avere, io rispetto agli altri. Mi vergogno un po' ad ammettere di desiderare "la donna d'altri" pero' e' cosi'. In fondo Mose' c'aveva visto lungo.. uuuuuh come brucia!!!

1 commenti:

Giuse ha detto...

...e chi non desidera quella bonazza di una donna d'altri? :-)) o è gay o...? ma un conto è desiderare e un'altro è attivarsi. Cmq ammiro chi si attiva alla realizzazione di (buoni) desideri.

Posta un commento

fino al 24 novembre: 9.393 visitatori

25,223