sabato 15 gennaio 2011

educazione - 1. l'autobus

L'educazione e' una cosa soggettiva? L'educazione e' una cosa soggettiva. E aggiungo culturale, sociale, antropologica, sociologica e altre "gica" a piacere. E sto parlando della buona educazione, non della formazione dell'individuo - che pure aprirebbe un dibattito di "ica", "ismo" e suffissi vari. Ad esempio, qui a Madrid, si saluta quando si sale sul pullman... Quindi non vale se entri con il tuo musone lungo, dirigendoti come un falco verso il primo posto libero che trovi - per handy compreso, tanto se ne arriva uno mi alzo - barricato dietro il tuo free press e cuffie anni '80 - ora molto di moda - con Scissor Sister a manetta che sente anche il nonno sordo seduto al tuo fianco. No. Non vale. Innanzitutto, qui, ti metti in fila per salire. Non esiste che ti butti sulla porta semi aperta come un giocatore di rugby per entrare prima degli altri. Forget it. Ti metti sereno sereno dietro quello che e' arrivato alla parada prima di te e con calma sali sul mezzo. Con calma perche' chi non ha il biglietto lo fa sul pullman, talvolta intessendo una micro conversazione con il conducente. E nessuno bestemmia, no, italiani a parte, of course. Dopodiche', metti la testolina e il piedino sul gradino ed emetti un simpatico hola, corrisposto per lo meno dal pulmista e addirittura dal piu' vicino astante - puo' capitare, si', puo' capitare -. Continuando la gitarella in bus, se sale un membro appartente alla fascia di eta' 65 - 90 di colpo ti catapulti in posizione verticale sbracciandoti per segnalare all'etaterzista che gli lasci il posto - questo se eri seduto, senno' ciao -. Qualcuno dira', si ma questo anche da noi a Milano... mammammma figuratiiiiiiiiiiiii!!! Infine, se ti rivolge la parola - chiunque, non solo l'etaterzista - si risponde cortesemente e senza guardarlo come per dire questo non deve essere tanto a posto. Ecchiaroooo???

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