giovedì 28 aprile 2011

noche del 27.04.2011


Ieri a Madrid ci sono stati due grandi eventi - e centinaia di micro -, uno edificante e l'altro un po' meno.
Nel primo caso mi riferisco a La noche del libro: un'iniziativa organizzata in coda alla fiera dell'editoria, una sorta di Fuori Salone dove la citta' apre in notturna musei, librerie, gallerie e instant performance a curiosi/lettori non operanti del settore con una offerta incredibile di concerti, attivita', presentazioni, workshop, e chi piu' ne ha piu' ne metta.
Purtroppo ancora non posseggo il dono dell'ubiquita' e quindi, dovendo scegliere, sono andata con amichetti madrileñi, ad assistere ad un concerto molto orginale. Dentro el Cason del Buen Retiro, dietro il Prado e di fronte al parco omonimo, c'e' una biblioteca affrescata da tale Luca Giordano - pittore napoletano alla corte di Carlo II - che lascia senza parole. E proprio in questo contesto pittoresco abbiamo assistito ad una esibizione musicale di un duo d'archi "lanciati" in pezzi dell'epoca. Davvero un flash, mi sembrava di essere nel film Ritorno al futuro o in Non ci resta che piangere.. a seconda.
E proprio questo mi resta, piangere, se penso all'inqualificabile altro evento della serata, di cui non voglio spendere cmq molte parole. El clasico del Bernabeu ieri ha riservato uno spettacolo penoso del mondo del calcio, che se gia' mi lasciava perplessa, ieri mi ha disgustato.
Basta andare su internet per "godersi" le solite risse, insulti e quant'altro. Le immagini si commentano da sole.
E come Troisi e Benigni, con un po' di rimpianto verso il 1600,
canto Y E S T E R D A Y....

mercoledì 27 aprile 2011

ho voglia di...

E oggi vorrei proprio chiarire e ri-valutare il sentimento dell'invidia.
Peccato capitale degno di questo nome, atteggiamento diffuso e generalmente snobbato, della serie ... piuttosto ditemi che pecco di gola, lussuria, superbia, ira.. ma invidia MAI!
...
Tempo fa mi sono trovata con un gruppo di amiche, vere e sincere, con le quali abbiamo dibattuto a lungo su pregi e difetti, vizi e virtu'. Io ho ammesso che talvolta anche un po' invidiosa lo sono. Del resto mettici l'ambizione, un po' - giusto un po' eh.. - di insicurezza e una buona dose di orgoglio, competizione e senso di rivalsa, e' un attimo che guardando qualcosa che vorresti in altro, tu la possa desiderare.
Le diagnosi pero' sono state: invidia positiva o costruttiva, gelosia, superbia, arroganza.. e voglia di migliorarsi, di evolvere, crescere.
Certo, sono tutte cose vere e in cui mi riconosco, tuttavia continuo a pensare che quando ti passa per il cervello.. culo veo, culo quiero si tratti di invidia.
Mi sono quindi interrogata sul perche' di questa reticenza, vergogna e riluttanza verso un sentimento, negativo certo, ma non piu' di altri.
Allora mi e' venuto in mente il malocchio, pratica in voga da secoli e in molte culture, che protegge dalla/ o infligge la/ sfiga a/ chi possiede o desidera l'erba piu' o meno verde di un altro -.
Ma ormai questa usanza mi pare poco diffusa.
Poi ho pensato al comandamento non desiderare la donna d'altri.. ma anche li', questo monito e' in buona compagnia.
Infine, ho ipotizzato che l'invidia e' un po' donna, probabilmente per inclinazione naturale - protezione e cura del nido famigliare - psicologica - intuito/sesto senso molto sviluppato - e per vanita' e spinta alla seduzione - mannaggia a quella guarda che gambe kmetriche adesso mi frega il fidanzatino.. (estremizzo) - le femmine la provano e la temono e la ributtano di piu' degli uomini.
Chissa'.
Vi riporto, last but not least, un aneddoto divertente.
Una delle prime volte al corso di spagnolo, per fare conversazione, ci hanno chiesto quali erano i vizi capitali piu' diffusi nei nostri paesi di origine.
Il tedesco disse la superbia, gli arabi, gli italiani, gli olandesi e pure i cinesi.. l'invidia. La prof spagnola chiuse con l'accidia. Risultato: 4 su 6 hanno votato per la "nostra" temuta envi.
N.b. tra l'altro in francese j'ai envie de.. significa ho voglia di...
L'ultimo passo sono state le definizioni del vocabolario ma quelle potete tranquillamente cercarvele da soli/e.
Finalmente quello che ne ho dedotto io e' che un vizio tira l'altro.
Insomma, a piccole dosi e in circostanze diverse l'essere umano scende in campo con una diavoleria nuova: talvolta l'arroganza, talvolta l'invidia, talvolta la superbia.
Tutto sta nel riconoscerla, non identificarsi con quella - del resto siamo molto di piu' di una sensazione - e quando si puo', dominarla.

martedì 26 aprile 2011

I ♥ mastercard

Andare in giro per il nord della Spagna con un van, fermarsi dove e quando capita, dormire sentendo la forza del mare sugli scogli, lo stridio dei gabbiani e il fruscio delle foglie mosse dal vento.. non ha prezzo.
Non ha prezzo? Eh no, ma chi l'ha detto? Un prezzo ce l'ha eccome. Ragazzi, io c'ho una certa eta'.. non sono piu' la ventenne che se ne va a destra e a manca in treno, in autobus, in autostop, a piedi da una parte all'altra del mondo con lo spirito d'adattamento di un camaleonte, infilato nello zaino.
Ora mi so fatta grande, e ho bisogno delle mie comodita'! E ben venga la mastercard!
Ma io dico, una bella posada davanti al mare con tanto di Spa, campi da tennis, golf - non ho mai giocato ma mi piacerebbe - cavalli e altre bestie da campo a rendere tutto piu' bucolico non sarebbe carino? anzi, meraviglioso?
Questo week end, signori, mi son resa conto che gli anni passano e che un bel letto dove dormire quello si, non ha prezzo.
Ps: questo e' un post (in)diretto al mio fidanzato. Love xxxx.
Pss: siccome sono una persona corretta, ecco qualche foto (della Cantabria) che spezzano una lancia a favore del van e che testimoniano che l'avventura (vero e') porta a scoprire luoghi guduriosi.
















mercoledì 20 aprile 2011

la rete sociale

Da un paio di giorni ho scoperto Twitter.
O meglio ho iniziato ad usarlo dopo circa un anno dalla creazione dell'account.
E lo devo dire: e' fighissimo!!
Avevo una certa diffidenza nei suoi confronti, perche' diversamente da Fb - di come lo uso io per lo meno - non interagivo solo con i miei amici veri in versione digitale, ma degli illustrissimi sconosciuti. E scrivere a loro mi faceva un po' strano.
Nel giro di 48 ore pero' questi stessi illustri sconosciuti mi han conquistata e sorpresa.
Mi aspettavo molto piu' cazzeggio gratuito - che anche c'e' per l'amor di dio - #einvece ho trovato arguzia, ironia, creativita', informazione.
C'e' di tutto, da link a musica, cinema e fatti del giorno, alla libera espressione di opinioni, osservazioni, imprecazioni e altri oni.
E' un mezzo potentissimo e super rapido. Immediato.
Si potrebbe definire una chattona gigante dove ognuno scrive quello che gli passa per la testa in 144 caratteri. E non avete idea di quante cose si dicono in uno spazio cosi' ridotto.
Ci sono entrata per curiosita', ma soprattutto per diffondere il verbo. Il mio in particolare.
Difatti mi piacerebbe che il mio blog si espandesse a macchia d'olio e venisse letto da quanta piu' gente possibile.
Probabilmente vi sembrero' un pizzico egocentrica e chissa', un po' e' vero.. pero' credo che nel momento in cui si scriva qualcosa - che non sia un quaderno segreto -, sia naturale pensare e sperare che altri lo leggano, che ci vedano qualcosa di loro che gli piace o non gli piace e che magari - massima ambizione - li stimoli a riflettere, ragionare, confrontarsi e condividere.

lunedì 18 aprile 2011

10 KM.. foto in movimento

e per la prima volta mi cimento in quest'avventura podistica..

Madrid alle 8 di mattina.. e anche questa e' una prima volta...

guardaroba in spalla, e via

migliaia di partecipanti.. e c'e' di tutto

chi si riscalda,

scene post atomiche,

curiosi.

Vedi la citta' da un altro punto di vista, vuota, senza macchine,

con ironia.

Anche Mourinho, ci mette del suo per motivare i madrileñi

e i primi km si fanno tutti insieme, maratoneti e 10kilometristi

poi ci si separa, e rimangono solo gli arancioni.

Per i 10km a destra


per i 42km a sinistra

alla fine, di noi, solo le ombre...


ma anche no, siamo stanchi e soddisfatti.
Un delirio collettivo, cosi' emozionante da farti commuovere quando pensi ce l'ho fatta.

venerdì 15 aprile 2011

cambio dell'armadio

Ed eccoci qui con l'appuntamento piu' gettonato della primavera..
il mitico changing of the wardrobe.
Incubo ricorrente delle - poche - settimane che intercorrono tra il freddo e gelido inverno e la torrida estate, quando ti ritrovi, di colpo, a dover cercare negli scatoloni qualcosa che non abbia il collo alto e non sia di lana, ed inizi a infilare i costumi nelle tasche di cappotti.
Ieri, complice la visita dei miei suoceri con cui volevo fare bella figura - e non e' che controllano negli armadi, diciamo che avendo le cose estive nella stanza degli ospiti... Ecchettelodicoaffare -, ho concluso questo rituale.
Perche' proprio di questo si tratta. Un rito.
Ritiri le cose dell'inverno e magari approfitti per buttare via quei capi che ormai stanno in piedi da soli, tipo quella magliettina che si ricorda ancora la prima uscita al Nautilus - e parliamo degli anni '90 -.
In questo repulisti - a me piace anche lucidare il mobile dentro e fuori, sono una scorpioncina precisina - c'e' anche un senso spirituale. Insomma e' bello, di tanto in tanto, liberarsi di cio' di cui davvero non si ha piu' bisogno. Di quello che ci pesa e che non ci rappresenta piu'.
Mi sono chiesta cosa metto via - alla Ligabue - e credo che l'intento per questa primavera sia di lasciare indietro il senso del giudizio, verso di me soprattutto e poi verso gli altri, nel bene e nel male.
E' un proposito ambizioso, del resto le cose troppo facili non mi sono mai piaciute, pero' ci voglio provare. E voi, cosa mettete nel sacco dei ciechi? Chi/cosa fara' compagnia alla mia magliettina del Nautilus?

giovedì 14 aprile 2011

malabarismo onírico

Oggi, storie.
Ecco un racconto che ho iscritto ad un concorso di relatos breves della Renfe de Madrid (la corrispondente di Trenitalia). Un cuento di 99 parole legato all'esperienza in treno, al viaggio, alla transmigrazione da un punto ad un altro.
Il titolo e' Malabarismo onirico che significa Giocoleria onirica.
E che gioco sia...

Malabarismo onírico

Siete. Tren llenísimo. Estoy de pie.

De repente el vagon para, la luz se apaga.

Con la habilidad de un prestidigitador , una mano abre mi cremallera, entra en los calzoncillos y coge mi miembro.

Mientras me toca, imagino a la dueña de esta palma acogedora, de estos dedos largos, sabios, delicados.

Después, la luz. Arrancamos.

La mano desaparece. Miro alrededor.

Solamente hombres. Quiero vomitar. Doy la vuelta hacia la salida y la veo, de espaldas.

Llegamos a Atocha. Mi mujer sale, sin mirar atrás.

Siete y media. Suena el despertador. También esta noche, el mismo sueño.

mercoledì 13 aprile 2011

dormisveglia

Tante cose da dire, poco tempo. Sonno.
Pomeriggio meraviglioso a Madrid, pare estate.
Entra la luce dalla finestra, filtrata dalle tende blu. Mi ricordo di una percezione infantile, di quando a otto anni una mattina mi sono svegliata per andare a scuola - ed era primavera. Scelsi i vestiti: una maglietta verde acido e una gonnellina a fiori. Non vedevo l'ora di mettermeli, erano nuovi.
Forse questo ricordo non esiste, e' cosi' nella mia memoria rialaborata, magari non ho mai avuto una maglietta di quel colore e la gonna a fiori.
Visioni.
Notte musicale, ieri. Ho visto un concerto di blues, una jam session lunghissima e siccome quando sono tornata a casa Alberto non c'era, mi son messa sul divano a guardare la tele.
E ho dormito li, sola, sul divano, per la prima volta, accompagnata da un concerto con violino.
Alle sei mi sono svegliata con un tango nelle orecchie. A quel punto mi son messa a letto.
E ora come ora mi sa che sto ancora dormendo.

lunedì 4 aprile 2011

el retiro in negativo









el retiro in bianco e nero





el retiro a colori










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